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금주 교황님 말씀 중에

Holy Father's Speech

가난하고 따돌림 받는 이들을,,,! 교황님, 결장 수술 후, 회복, 오늘 퇴원, 바티칸 돌아오셔,,,! -

글 : Msgr. Byon

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가난하고 따돌림 받는 저들이 바로 여러분의 선생님들이오 !

 

    - 프란치스코 교황님께서 이번에 聖 프란치스코의 작은 형제회 수도자들에게 하신 말씀 ! 

      모두가 저 비들기들처럼 같은 한 형제로 살아야 합니다 -

 

Pope to Friars Minor:The poor and the excluded are your teachers ! - 이번에  프란치스코의 작은 형

제 수도회 총회에서 총장직에서  퇴임하는 Michael Perry 신부와 새로 선임된Massimo Giovanni  Fusarelli  신부에게, 그리고 회원 모두에게 하신 말씀 ! 

Homeless people in RomeHomeless people in Rome  (ANSA)
Pope Francis sends a message to participants in the General Chapter of the Franciscan Order of Friars Minor reminding them to always be witnesses of fraternity and a simple and joyful life as they gather to renew their vision and embrace the future.

 

 

By Vatican News staff writer

Thanking outgoing Minister General, Father Michael Perry, for his service and welcoming the just-elected Father Massimo Giovanni Fusarelli who will succeed him, Pope Francis reflected on how for many months, due to the pandemic, “we have found ourselves living in situations of emergency, isolation and suffering.”

He said that on the one hand, “this critical experience spurs us all to recognize that our earthly life is a journey to be traveled as pilgrims and strangers, itinerant men and women, willing to lighten our load of personal things and demands.”

On the other, he continued, “it is a favourable opportunity to intensify our relationship with Christ and with our brothers and sisters,” and he called on Franciscan communities to be “a humble prophetic presence in the midst of God's people and a witness to fraternity and a simple and joyful life for all.”

He noted that in difficult times we run the risk of being “paralyzed” and yet the Friars are experiencing the grace of celebrating the Ordinary General Chapter: a reason for praise and thanksgiving to God.

A vision and a future rooted in the risen Christ

Highlighting the theme of the gathering that is guided by the words of St Paul “Arise… and Christ will enlighten you” (Eph 5:14), the Pope encouraged participants to renew their vision and embrace their future, both of which are rooted in the Risen Christ.

He recalled how Francis of Assisi placed the beginning of his own conversion in the encounter with the lepers.

“At the roots of your spirituality is this encounter with the least and the suffering,” the Pope said noting that God touched Francis’ heart through the mercy offered to his brothers, and he continues to touch our hearts through “his encounter with others, especially those most in need.

“The renewal of your vision can only start from this new look with which to contemplate the poor and marginalized brother, a sign, almost a sacrament of God's presence,” he said.

It is from this “renewed gaze”, the Pope continued that a renewed energy and view of the future can stem, while the “renewing strength” comes from the Spirit of God and his action.

'Meet the poor, protect the earth, work for peace and reconciliation'

He invited the Friars to allow themselves “to be moved by the lowly of our time,” and encouraged them “to go out to meet the men and women who suffer in body and soul,” offering their humble and fraternal presence and making their closeness felt as lesser brothers.

He also invited them “go towards a wounded creation, our common home, which suffers from a distorted exploitation of the earth's goods for the enrichment of a few, while conditions of misery are created for many.”

“Go as men of dialogue, seeking to build bridges instead of walls, offering the gift of fraternity and social friendship in a world that is struggling to find the course of a common project,” he said.

And he urged them “to go forth as men of peace and reconciliation, inviting those who sow hatred, division and violence to conversion of heart, and offering to the victims the hope born of truth, justice and forgiveness.”

'Fear not'

Pope Francis concluded highlighting the fact that "The life and rule of the Friars Minor is this: to observe the holy Gospel of our Lord Jesus Christ" (Rule of the Lesser Brothers 1:1), and urged them never to let anxiety and fear prevent them from opening their hearts to the renewal and revitalization the Spirit of God is stirring “in and among you” despite many current challenges.

The Friars’ rich spiritual heritage rooted in the Gospel life and characterized by prayer, fraternity, poverty, minority and itinerancy, demands that the Friars never stray from their closeness to the poor, the victims of modern slavery, the refugees and the excluded of this world: “They are your teachers. Embrace them as Saint Francis did!”

 

프란치스코 교황 성하, 수술 후 오늘 퇴원하시어 바티칸으로 돌아오셨읍니다. !!!

 

Papa Francesco al rientro in VaticanoPapa Francesco al rientro in Vaticano 

Concluso il ricovero, Francesco è rientrato in Vaticano

프란치스코 교황 성하, 수술 후 오늘 퇴원하시어 

바티칸으로 돌아오셨읍니다. !!!

 

In mattinata, ha informato il direttore della Sala Stampa vaticana, il Papa è stato dimesso dal Policlinico Gemelli ed è tornato a Casa Santa Marta verso mezzogiorno, fermandosi prima in preghiera a Santa Maria Maggiore per ringraziare per il "felice esito della degenza" e ricordare tutti gli ammalati incontrati in questi giorni
 

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Le stanze del “Vaticano numero 3” hanno richiuso stamattina le porte con la stessa “normalità” con cui si erano aperte dieci giorni or sono per accoglierlo. Il Papa ha terminato il periodo di degenza dopo l’intervento al colon e ha fatto ritorno nella sua residenza in Vaticano poco prima delle 12. Lo ha confermato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, riferendo ai giornalisti che dopo essere stato dimesso poco oltre le 10.30 di oggi, Francesco prima di rientrare a Casa Santa Marta è passato, come d’abitudine dopo i suoi viaggi, dalla Basilica di Santa Maria Maggiore per pregare davanti all'icona della Vergine Salus Populi Romani e “ringraziare per il buon esito del suo intervento chirurgico”, rivolgendo alla Madonna “una preghiera per tutti i malati, in particolare quelli incontrati durante i giorni della sua degenza”.

Il ricovero e l'intervento

La parentesi ospedaliera, seguita con grande risalto mediatico nei suoi momenti finali, era cominciata in sordina dopo l’Angelus del 4 luglio, che Francesco aveva normalmente celebrato a mezzogiorno. Nel primo pomeriggio dal direttore della Sala stampa arriva la notizia che in un attimo regala la breaking news alla sonnolenta informazione estiva: il Pontefice ha lasciato Casa Santa Marta e si è diretto al Policlinico Gemelli per un “intervento chirurgico programmato”. E si arriva quasi a mezzanotte per sapere dal primo bollettino medico che Francesco “ha reagito bene” all’operazione dovuta a una “stenosi diverticolare del sigma”.

L'affetto del mondo

Inizia così una settimana in cui gli occhi del mondo si spostano da Piazza San Pietro al decimo piano del Gemelli. Fioccano da subito gli auguri, dall’alto delle istituzioni e dal basso, letteralmente, delle folle piccole e meno piccole che iniziano a radunarsi all’esterno del Policlinico, lo sguardo all’insù per curiosità o più semplicemente per accompagnare una preghiera là dove si sa che Francesco è convalescente. Tra i primi ad auspicare una pronta guarigione sono il Patriarca Bartolomeo I e l’imam di al-Azhar Al Tayyeb. Ma da ogni latitudine, sull’onda dei social specialmente, arrivano messaggi carichi di affetto. Tra quelli più graditi ci sono i bigliettini dei bambini ricoverati in Oncologia pediatrica, reparto posto di fronte alle stanze del Papa, il quale nel pomeriggio di ieri va a visitarli e a benedirli assieme alle loro famiglie e al personale ospedaliero.

Vicino agli ammalati

I giorni del ricovero sono scanditi dai quotidiani bollettini di mezzogiorno, fin da subito rassicuranti, con il Papa che viene descritto vigile e in buone condizioni già dopo l’intervento e poi in costante ripresa fino al completamento del decorso post-operatorio di lunedì scorso, quando si apprende che alla prevista settimana di degenza si è voluto aggiungere qualche altro giorno necessario per completare la terapia medica. Così, scemando la preoccupazione per lo stato di salute, la presenza di Francesco al Gemelli si trasforma via via in una nuova occasione per manifestare prossimità verso gli ammalati.

Il clou è domenica scorsa, con l’Angelus recitato dal balcone al decimo piano e la folla sotto, felice di rivedere il Papa in buona salute e di ascoltare fra gli altri il suo appello per “un buon servizio sanitario, accessibile a tutti”. Nessuno, dai bambini ammalati agli anziani “sia lasciato solo” ma ognuno, dice, “possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della tenerezza e della cura”.

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I giovani partecipanti al Mladifest del 2019 a MedjugorjeI giovani partecipanti al Mladifest del 2019 a Medjugorje 

Il Papa ai giovani di Medjugorje: abbiate il coraggio di seguire Cristo

Francesco si rivolge con un messaggio ai partecipanti al Mladifest, incontro annuale di preghiera in corso dall' 1 al 6 agosto nella cittadina della Bosnia-Erzegovina. Affidando i giovani al modello di Maria e al suo "eccomi", il Pontefice li invita a credere alla pienezza e alla vera felicità che donarsi a Dio, liberi da attaccamenti, porta con sè
 

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

"Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?". Le parole del giovane ricco di cui parlano i Vangeli sinottici (cfr Mt 19,16-22; Mc 10,17-22; Lc 18,18-23), lui che "si mise in cammino, anzi, corse incontro al Signore, per avere in eredità la vita eterna, cioè la felicità", sono il tema-guida del Festival dei Giovani in corso a Medjugorje fino al 6 agosto. Ai partecipanti giunge il saluto e il messaggio del Papa che da quelle parole prende spunto indicando subito la via: "È una parola  - spiega - che ci pone davanti al Signore; e Lui fissa il suo sguardo su di noi, ci ama e ci invita «Vieni! Seguimi!» (Mt 19,21)".

Un'occasione per andare incontro a Gesù 

Il Mladifest, ricorda a tutti il Papa, è infatti una "settimana di preghiera e di incontro con Gesù Cristo, in particolare nella sua Parola viva, nell’Eucaristia, nell’adorazione e nel sacramento della Riconciliazione", che ha la forza di "mettere in cammino verso il Signore". E allora questo giovane del Vangelo di cui non sappiamo il nome ma conosciamo l'animo, diventa l'emblema di tutti coloro che partecipano a questo evento.

Lui, ricorda il Papa, "educato e ben istruito", era animato da una "sana inquietudine che lo spinge a cercare la felicità vera, la vita in pienezza", per questo si mette in cammino e in Gesù Cristo trova una guida "autorevole, credibile e affidabile" che "lo indirizza a Dio, che è l’unico e sommo Bene da cui viene ogni altro bene".  La vita eterna, il bene a cui anela, non è certo un bene materiale da conquistare con le " proprie forze", bensì attraverso tappe da percorrere che Francesco indica ai giovani.

Le tappe verso la vita eterna: amare il prossimo

La prima tappa da percorrere, indicata da Gesù, è "l'amore concreto al prossimo", ma non quello dato dall'osservanza dei precetti, ma un amore "gratuito e totale".  Gesù infatti si accorge del "desiderio di pienezza che il giovane porta nel cuore", ma anche del suo "punto debole", che è l'attaccamento ai "molti beni materiali". Per questo, come seconda tappa, "gli propone di passare dalla logica del 'merito' a quella del dono":

«Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19,21). Gesù cambia la prospettiva: lo invita a non pensare ad assicurarsi l’aldilà, ma a dare tutto nella vita terrena, imitando così il Signore. È la chiamata a una maturazione ulteriore, a passare dai precetti osservati per ottenere ricompense all’amore gratuito e totale. Gesù gli chiede di lasciare quello che appesantisce il cuore e ostacola l’amore. Quello che Gesù propone non è tanto un uomo spoglio di tutto, quanto un uomo libero e ricco di relazioni.

Essere liberi da ogni attaccamento 

Se il cuore è affollato di beni, spiega infatti il Papa, il Signore e il prossimo diventano soltanto "cose", perchè il "troppo avere e il troppo volere" ci soffocano, "ci rendono infelici e incapaci di amare".

Da qui la terza tappa che Gesù propone al giovane, e che è una scelta radicale: "Vieni! Seguimi!". Si tratta di "essere discepoli di Gesù", che - spiega il Papa nel suo Messaggio - significa non imitarlo esteriormente ma "conformarsi a Lui "nel profondo", ricevendo in cambio "una vita ricca e felice, piena di volti di tanti fratelli e sorelle, e padri e madri e figli" come dice il Vangelo:

Seguire Cristo non è una perdita, ma un incalcolabile guadagno, mentre la rinuncia riguarda l’ostacolo che impedisce il cammino. Quel giovane ricco, però, ha il cuore diviso tra due padroni: Dio e il denaro. La paura di rischiare e di perdere i suoi beni lo fa tornare a casa triste

Legarsi a Cristo per essere felici: dire sì senza riserve

Triste dunque perchè "non ha trovato il coraggio di accogliere la risposta, che è la proposta di "slegarsi" da sé stesso e dalle ricchezze per “legarsi” a Cristo, per camminare con Lui e scoprire la vera felicità". Ecco allora quelo che il Papa, traendo spunto dal Vangelo chiede ai giovani che in questa settimana vorranno fare un cammino interiore:

Abbiate il coraggio di vivere la vostra giovinezza affidandovi al Signore e mettendovi in cammino con Lui. Lasciatevi conquistare dal suo sguardo di amore che ci libera dalla seduzione degli idoli, dalle false ricchezze che promettono vita ma procurano morte. Non abbiate paura di accogliere la Parola di Cristo e di accettare la sua chiamata. Non scoraggiatevi come il giovane ricco del Vangelo; invece, fissate lo sguardo su Maria, il grande modello dell’imitazione di Cristo, e affidatevi a Lei che, con il suo «eccomi», ha risposto senza riserve alla chiamata del Signore.

Maria modello per la vita di tutti noi

Maria, alla cui materna intercessione il Papa affida i giovani presenti al Festival, sia dunque la fonte della "forza" cui attingere dire il nostro "eccomi", ma anche modello per "portare Cristo al mondo" e per "trasformare la nostra vita in un dono per gli altri". Come Lei sforziamoci, chiede il Papa, ad essere attenti agli altri e a scoprire nella volontà di Dio "la nostra gioia" accogliendola anche se non è facile ma nella certezza che "ci rende felici".

Sì, la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia

입력 : 2021.07.14 오후 10:35:04
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