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한국천주교회 창립사

Church history in Korea

(1)내 일생, 가장 감격적이었던, 로마에서 교황 성요한바오로 2세의 [103위 첫 축일] 대미사 명 강론 -1984년 10월 14일, 32년 전 바로 오늘 -

글 : Msgr. Byon

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변기영 몬시뇰이 [사랑방]을 열었습니다.  
사랑방 윗묵 구석 구석에 쳐박아두었던 보따리들을 이것저것 내다가 풀어서  
교회와 사회에 혹시라도 도움이 될 것들은 죽기 전 알리려 합니다. [사랑방 출입문]은 아래와 같습니다. 
 
 
 
내 일생, 가장 감격적이었던, 로마 사도 성 베드로 대성당에서
교황 성요한바오로 2세의 [103위 첫 축일] 대미사 명 강론 -1984년 10월 14일 -
 
   1) 103위 성인 첫 축일과 로마 행사 거행 준비
 
 1984년 5월 6일, 서울, 여의도 5.16 광장에서는 한국천주교회 역사상 전무후무한 100만 신도들이 참석한 가운데(실제로는 60만명 내외?), 교황 성 요한바오로 2세께서 방한하시어, 한국 순교복자 103위를 성인품에 올리는 시성식을 집전하셨다. 103명의 많은 복자들이 한번에 대거 시성되시는 것도 세계 교회사상 최초였지만, 시성식을 로마 밖에서 거행하는 것도 처음이었다. 특히, 머나먼 극동 한국에 교황님이 오시는 것도 최초로 아주 특이한  역사적 행사였다.
 
그런데, 새로 시성되신 103위 축일을, 한국주교회의에서는 1925년 79위 첫 시복 후부더 기념해온 순교복자 79위 축일이었으며, 1968년에 두번째로 시복된 24위 기념 축일을 통합하여 지내오는 9월 26일로 103위 성인 축일을 정하고 싶었으나, 이미 성 고스마와 성 다미아노 축일과 겹치므로, 교황청 예부성성과 시성성에서 제시하는 날짜 중에, 한국교회는 부득이, 9월 20일을 택하여 교황청에서 확정하였다.
 
로마 교회의 관례상, 새로 시성된 성인의 첫번 째 축일은 로마의 사도 성 베드로대성당에서 교황님의 주례로 축일 미사를 봉헌하게 되어 있어서, 당연히 1984년 9월 20일에 한국의 모든 교구장 주교님들과 신부님들과 되도록 많은 한국신도들이 로마로 103위 첫 축일미사에 갈 준비를 하고 있었다. 한국교회 사상 초유의 해외 교황집전 미사 봉헌 위한 한국 교회의 참여 준비는 103위시성추진부의 시성식기획위원회에 그 임무가 연속적으로 맡겨지게 된 것은 당시로서는 불가피하고 당연한 귀결이었다.
 
국내에서 거행된 여의도 시성식은 서울대교구에서 행사위원회를 맡고 있었으므로, 행사위원장 경갑룡주교님과 부위원장 김옥균 신부님, 특히 총무를 맡은 박신언 신부님, 등의 실로 희생적이며 주도면밀한 주선으로, 세계 교회 교회를 깜짝 놀라게 하는 역사에 길이 남을 큰 행사를 아무런 대과없이, 정말 성공적으로 거행할 수 있었다. 당시 정부에서도 다방면에서, 특히 유운소 문화재관리국장과 당시 청와대 이응우 교육문화과장, 등의 적극적인 실무 지원으로, 국력의 후원으로 성대히 거행할 수 있었다.
 
그러나, 한국교회로서는 매우 생소한 처음 있는 103위 새 성인들의 첫 축일 대미사를, 머나먼 로마의 성 베드로 대성당에서 교황님 주례로 거행하는 103위 성인들의 첫번째 축일미사 겸 행사는 무엇을 어떻게 얼마만큼 준비해야만 하는지, 정말 막막하였고, 국내행사 거행처럼, 서울의 방대한 조직과 유능한 인력들이 총동원될 수도 없었다. 부득이 관례상 교황청 예부성성과 교황 의전실에서 준비하고 주도할 수 밖에 없었고, 한국교회에서는 김수환 추기경님과 주교님들과 신도들이 수동적으로 실수없이 참석하는 것만도 희망사항이라고 여길 정도였다. 다행히 교황님 비서실 왕래가 친숙(?)하게 보이던 장익 신부님이 중간에서 적잖은 사항을 쌍방에 잘 알려 주고, 조정하여 주어 103위 첫 축일 미사역시 대과없이 봉헌할 수가 있었다.
 
다만, 교황님 미사 중에 유홍렬 박사가 제1독서를 한국어로, 제2독서는 프랑스 청년이 프랑스어로, 복음성경은 라틴어 외에, 중국인이 중국어로 하였데, 교황님께 드리는 예물봉헌, 등에 우리 한국 교회가 참여하는 정도였다. 처음에는 주교회의 이름으로 한국 신자들 3천여명을 참석시키기로 하였으나, 600여명만 데리고 가도록 인원 수가 변경되어, 애를 먹었으며, 신청했던 2천여명은 비가톨릭 여행사들이 주선하였다. 결국 로마에 갈 사람들은 대부분 다 가게 되었다. 시성식기획위원회에서는 신도들에게 한복 착용을 권유하여, 성베드로대성당 광장은 색동저고리와 다홍치마 물결이 사람들의 시선을 끌었고, 그날 교황님 집전의 대미사 때,  실내 면적 5천5백여평의 대성당은  교황청에 근무하는 거의 모든 추기경님들과 대주교님들, 몬시뇰들과 신부님들, 가까운 프랑스의 10명 새 성인 출신 고향 교구 성직자들과 신도들, 그리고 한국의 김추기경님과 25명의 주교님들 전원, 또 각 교구 대표 사제들과 일반 신도들과 유롭 각처에 있던 한국인 교포들과 유학생들도 대거 참석하여, 대성당은 하느님의 백성으로 가득차서, 성당 밖에까지, 각 나라에서 온 순례단들로 인산인해를 이루었다. 
 

1984년 10월 14일 성 베드로 대성당 103위 성인 첫 축일 대미사
 
 
 
2) 요한바오로 2세 교황님의 명강론
 
10월 14일 주일 미사는 실로 장엄하고도 경건하며 황홀한 세계 천주교회의 거룩한
103위 한국 순교성인 첫 축일 교황집전 대미사였다.
그러나 우리를 깜짝 놀라게 한 것은 교황 요한 바오로2세 성하의 전혀 뜻밖의 명강론이었다.-<계속>-
 
CONCELEBRAZIONE PER I MARTIRI DELLA COREA
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Basilica Vaticana - Domenica, 14 ottobre 1984
 
1. “Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio” (Mt 22, 2).
A queste nozze speciali il Padre eterno invita tutti i popoli e tutte le nazioni della terra.
Due secoli fa è stato invitato il popolo coreano. Nello scorso mese di maggio ho avuto la gioia di celebrare in Corea il bicentenario di quella cristianità.
 
Il popolo coreano ha risposto all’invito al mistico banchetto del Padre celeste mostrando nel proprio cuore una straordinaria disponibilità e un edificante impegno, che oggi sono premiati con una splendida fioritura della comunità ecclesiale.
In Corea la fede fu recata - caso unico nella storia - spontaneamente dai coreani stessi. Il cammino dei coreani verso la fede infatti è cominciato grazie all’iniziativa autoctona di alcuni laici. Tale cammino ci fa comprendere di quanta importanza, ai fini della salvezza eterna, sia rivestita l’aspirazione naturale della ragione umana alla verità. Fu infatti, come sappiamo, una leale ricerca della verità a spingere quei laici - era un gruppo di letterati e “filosofi” - a prendere contatti, non senza gravi rischi, con Pechino, laddove avevano sentito parlare della presenza di uomini, alcuni dei quali cattolici, che avrebbero potuto illuminarli sulla nuova fede da essi conosciuta mediante i nuovi libri. Questi laici, uomini e donne, giustamente considerati i “fondatori della Chiesa” in Corea, per ben 56 anni, dal 1779 al 1835, senza l’aiuto di sacerdoti - tranne la presenza assai breve di due sacerdoti cinesi - hanno diffuso il Vangelo nella loro patria fino all’arrivo dei missionari francesi nel 1836, e hanno offerto e sacrificato la vita per la loro fede in Cristo.
 
E quel Figlio di Dio che, venendo sulla terra tanti secoli prima, aveva detto: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18, 37), non poté deluderli nella loro ricerca, anzi, con la sua parola divina, li illuminò molto al di là di quanto essi all’inizio si attendevano. Li illuminò e li fortificò. Dette loro quello Spirito di fortezza che già li aveva guidati, senza che essi stessi se ne fossero resi conto nel cammino verso il Verbo di verità e verso il Padre.
È per questo Spirito di fortezza, che essi rimasero ben saldi in Cristo, pronti a perdere ogni bene, anche quello della vita, pur di non perdere lui, Gesù salvatore.
2. La Chiesa in terra coreana ha reso, specie nel corso dei primi cent’anni, una straordinaria testimonianza alla fede in Cristo, come ne sono prova le numerose schiere dei martiri.
Come è noto, durante l’Eucaristia giubilare del 6 maggio scorso a Seoul, mi è stato dato di canonizzare 103 martiri della Corea.
Questi martiri della Corea costituiscono un numero piccolo, ma particolarmente significativo, tra le migliaia e migliaia che vengono ricordati dalla storia.
Ciò che ci riempie di profonda ammirazione, almeno nelle testimonianze più eroiche che ci sono riferite, è l’eccezionale serenità e la misteriosa gioia delle quali, per uno speciale dono di Dio, essi furono capaci pur davanti alla prospettiva di crudeli tormenti e della morte. La fortezza dei martiri della Corea richiama alla memoria quella di cui si parla circa i primi secoli cristiani. In essi lo splendore particolare della testimonianza sembra risentire in qualche modo della disciplina orientale concernente l’autodominio e il distacco ascetico dai beni di questo mondo, compresa la stessa vita fisica, completando nella loro carne “quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24).
3. Il Vangelo di oggi ci parla dei servitori che il re manda a chiamare gli invitati alle nozze di suo Figlio: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (Mt 22, 9).
Molti figli e figlie di Francia hanno compiuto un grande servizio missionario nei confronti della giovane Chiesa di Corea.
Infatti, papa Gregorio XVI, avendo ricevuto una lettera della comunità di laici che chiedevano l’invio di sacerdoti, si rivolse nel 1827 alla Società delle missioni estere di Parigi, che conosceva un momento di forte espansione missionaria, proponendole di rispondere alla richiesta. Tra i volontari che si presentarono, vi era il primo vescovo designato dalla Santa Sede come vicario apostolico per la terra di Corea, monsignor Barthélemy Bruguière. Egli morì però prima di raggiungere il suo luogo di destinazione.
Ma il martirio attendeva i francesi coraggiosi che dall’anno seguente, il 1836, cominciarono la loro attività in Corea: Pierre Maubant e Jacques Chastan. Furono poi martirizzati il secondo vicario apostolico, monsignor Laurent Imbert, arrivato nel 1837, poi monsignor Siméon Berneux, monsignor Antoine Daveluy, ed altri eroi francesi dei quali abbiamo iscritto i nomi, come voi sapete, “nel libro della vita” (Fil 4, 3; Ap 3, 5; 13, 8; 21, 27).
Questi martiri missionari hanno fraternizzato con i coreani in un’unica testimonianza di fede che mostra fino a che punto la carità ha un valore che non conosce le barriere o i limiti della nazionalità o della cultura. Colui che ama veramente la sua patria non può considerare “straniero” il cristiano di un altro Paese. E ogni vero cristiano considera suoi compatrioti, in un certo modo, gli uomini di altri Paesi. Come i missionari francesi seppero riconoscere dei fratelli nei coreani, così i coreani seppero riconoscere dei fratelli nei francesi. Il miglior modo di amare la propria patria e di rispettare quella degli altri è giustamente parte di questo spirito di “cattolicità”, cioè di autentica universalità, di questo amore per l’uomo insegnato dal Vangelo e che è un dono di Dio all’umanità intera.
Ecco perché il Vangelo è aperto ad ogni forma di cultura: esso feconda dall’interno le qualità spirituali e i doni propri delle diverse culture (cf. Gaudium et Spes, 53).
4. Dove dovrebbe condurci, oggi, questa riflessione sull’eroica testimonianza dei martiri, perché non rimanga un ricordo di essi meramente astratto?
Anche oggi, nonostante l’universale affermazione del principio della libertà religiosa, proclamata dalle organizzazioni internazionali, tanti nostri fratelli e sorelle, in non poche regioni del mondo, sono soggetti a incomprensioni, all’emarginazione, alla persecuzione e alla violenza fisica e morale a causa della loro fede in Cristo. In non poche nazioni, i cristiani così come i seguaci di altre religioni, sono imprigionati e privati delle loro libertà fondamentali.
In questa solenne e importante celebrazione in onore dei 103 martiri coreani mi appello alle autorità interessate e chiedo loro di fare in modo che la libertà religiosa dei loro concittadini sia rispettata ad ogni livello. Il loro popolo non può e non deve essere discriminato a causa della sua fede! I cristiani sono, e intendono rimanere, cittadini leali ed esemplari, ma “fermi nella fede” (cf. 1 Pt 5, 9), pronti e desiderosi di promuovere e di contribuire al progresso morale e civile dei loro Paesi con tutte le loro capacità!
Questa celebrazione vuole anche essere un’esaltazione doverosa e grata, da parte dell’intera Chiesa, del lavoro instancabile e generoso compiuto, nel passato come nel presente, dai missionari - sacerdoti, religiosi, religiose, laici, uomini e donne - che hanno lasciato la loro patria, la loro famiglia, i loro affetti e ideali umani per dare una pronta risposta alla chiamata di Cristo e diffondere il suo Vangelo in tutto il mondo! Questo dinamismo missionario, che è parte della realtà stessa della Chiesa, può adottare, nel corso del tempo, differenti metodi e strumenti per permettere che il messaggio del Vangelo abbia maggiore incidenza e efficacia secondo le varie circostanze. Ma questo dinamismo sarà sempre fondato e animato da un’intensa fede e da un’immensa carità e sostenuto e illuminato dagli insegnamenti della Chiesa.
In questo senso la testimonianza dei martiri della Corea è essenzialmente, ancor oggi, un esempio pienamente valido e splendido per tutti i missionari, ai quali rinnovo la mia gratitudine e quella dell’intero popolo di Dio!
5. Il testo della seconda lettura di questa messa, presa da san Paolo, illustra molto bene la spiritualità dell’apostolo-missionario-martire.
Ci sono sorprendenti similarità tra ciò che vediamo in molti martiri della Corea e la personalità del grande apostolo dei gentili: totale dedizione alla causa di Cristo; coraggio inflessibile e spirito di sacrificio per la difesa di quella causa fino alle estreme conseguenze; un desiderio irrefrenabile e incrollabile di condividere la gioia interiore della propria esperienza cristiana con il maggior numero possibile di anime, senza mai soccombere all’incomprensione o allo scoraggiamento.
“Ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco . . .” (Fil 4, 12). Paolo era pronto a tutto e, nello stesso tempo, era distaccato da tutto. Era preoccupato di una sola cosa: essere e rimanere con Cristo. Ogni altra cosa era vista come secondaria e finalizzata a quel traguardo assoluto, in relazione a quel valore supremo e irrinunciabile. Da Gesù stesso riceveva la forza per il suo completo distacco. Mediante la grazia, Gesù lo teneva vicino a sé. Ciò avvenne anche con i martiri della Corea.
6. Oggi i figli e le figlie della Corea e quelli della Chiesa in Francia gridano insieme: “Possa il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illuminare gli occhi della nostra mente per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati” (cf. Ef 1, 17-18).
Ecco la luce della vostra vita: la speranza della salvezza e del regno di Dio. Questa è la verità che deve guidare i nostri passi, facendoci superare tutti gli ostacoli che si oppongono a tale prospettiva: prepararsi ad attendere il regno del Signore, guardare sempre al di là della morte, e rendersi degni, con una vita santa, della terra nuova dei viventi. Il Signore Gesù sia la nostra guida. Diciamo anche noi con i martiri coreani e francesi: il Signore è mio Pastore! Egli mi rinfranca, mi sorregge e mi guida. Con lui non manco di nulla. Amen!

Oggi siamo qui riuniti, intorno all’altare di san Pietro, simbolo della “confessione” della vera fede, per celebrare insieme la santa Eucaristia in onore dei martiri della Corea, canonizzati in Seoul durante il periodo di Pasqua.
Con questo atto solenne vogliamo dare testimonianza non solo all’unità e all’universalità della Chiesa, ma anche al loro messaggio, alla loro “confessione” nel martirio, tanto rilevante e attuale oggi per il mondo e per la Chiesa universale.
Vorrei rivolgere uno speciale saluto ai carissimi fedeli coreani nella loro lingua:
Sia lodato Gesù Cristo! Sono davvero lieto e grato che siate venuti da così lontano per celebrare insieme con me la santa Eucaristia in onore dei santi martiri della Corea.
Auspico che la vostra vita di veri cristiani faccia risplendere nel mondo di oggi il loro eroico esempio!
 (L'Osservatore Romano 1984. 15, Ottore). 
 
<1984년 5월 6일, 서울, 여의도 5.16 광장에서 거행된 한국순교복자 103위의 시성식 광경.당시 언론과 보도기관에서는 100만여명으로 보도하였으나, 필자는 55만명~60여만명으로, 내한한 성청 인사들에게 보고 하였었다(Sua Santità Giovanni Paolo II aveva concelebrato la messa per la canonizzazione dei 103 Beati martiri coreani, con molti Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici - circa 500.000 - a Seoul il 6 maggio 1984. Per quella canonizazione, il Rev. Byon, rettore di Chon Jin Am, il luogo natale della Chiesa, aveva servito per 5 anni (1980~1984) come segretario esecutivo generale della commissione episcopale per la canonizzazione dei 103 Beati Martiri coreani.>
 
 
본문이미지
(Photos by Baeck - Nam-Shick).
 
<참고문헌>:
 
103위 시성 위해
한국 주교단 전원이 서명 요청한
기적심사관면 신청서.
 
 
                      (본 내용은 천진암 성지 홈페이지 "자료실" 에서 퍼온 글입니다.)


103위 시성기적심사관면청원서 사본,1983년 3월 5일 자, 한국 각 교구장 주교들의 서명으로
교황성하께 올린 문서. 사실은 1982년도에도 2차례나 있었으나, 주교회의 시복시성담당위원장 김남수 주교의 서명만으로 제출되었었다. 그러나 103위가 소속된 연고지 관할교구장들이
고유권한(competenza)을 위임받은 주교회의 담당 위원장의 서명만으로는 문제발생여지가 있어서,시성성성의 지시대로 보완한 최종 공문이다. 김수환 추기경도 서울교구장 자격으로 제일 먼저 서명하였다.103위시성 후보의 연고지가 전혀 없는 교구장들(제주,청주, 춘천, 등)은 처음에 제외되었었으나, 연고지 변경 불가피의 변동사유 발생시를 대비하여, 모두 하기로 하였다. 시성성성에서는 이 공문이 [절대적 구비 근거요건]이 되는 것이다. 전 세계 특히 주변 관련국들의 대주교나 추기경(김수환추기경을 포함한, 일본, 대만, 필립핀,프랑스, 미국, 등)들이나 대통령이나 왕들이나 학회 대표들의 시성 지지 탄원서나 추천서나 진정서 같은 것은 다만,[반대하지 않는다]거나, [찬성한다]거나,나아가 [간청한다]고 하여도, 시성성성에서는 참고자료 정도로 다룰 뿐이지, 절대적인 필요 근거 문서는 아니다. 그 이유는 교구장 주교들이 시복시성 청원의 직권자들이기 때문이다.


103위 시성기적심사관면청원서 사본,1983년 3월 5일 자, 한국 각 교구장 주교들의 서명으로
교황성하께 올린 문서


103위 시성기적심사관면청원서 사본,1983년 3월 5일 자, 한국 각 교구장 주교들의 서명으로
교황성하께 올린 문서 


 
변기영 몬시뇰이 [사랑방]을 열었습니다.  
사랑방 윗묵 구석 구석에 쳐박아두었던 보따리들을 이것저것 내다가 풀어서  
교회와 사회에 혹시라도 도움이 될 것들은 죽기 전 알리려 합니다. [사랑방 출입문]은 아래와 같습니다. 
 
 
 
입력 : 2016.10.14 오후 11:37:21
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